mercoledì 16 novembre 2011

Materne sostegno: il consiglio di zona 2 promuove una commissione congiunta


Il consiglio di zona 2 ha convocato per oggi, mercoledì 16 Novembre 2011 una commissione congiunta Educazione e la commissione Sanità e politiche sociali.
Riporto qui sotto la convocazione, cliccare per avere l'immagine in forma leggibile.
Sicuramente è da apprezzare l'iniziativa della zona 2 che intende affrontare l'argomento del sostegno. Il primo problema che hanno incontrato è stato quello di ricevere una fotografia relativa alla situazione sostegno dagli stessi uffici comunali che, sembra, non  riconosce come interlocutori.
Gli appunti sotto riportati sono parziali e incompleti e riguardano soprattutto la prima parte della riunione della commissione.
Vestendo anche i panni di consigliere di zona (della zona 9) mi rendo conto che tale opera è meritoria. Non nascondo la sensazione di mancanza di coordinamento con la giunta e con la commissione comunale. Non essendoci sincronizzazione si potrebbe rischiare di sovrapporre inutilmente i lavori. Questa impressione deriva dal fatto che come genitore, insieme ai presidenti degli altri poli continuiamo ad affrontare le stesse tematiche anche con l'assessorato all'educazione.
In ogni caso resta positivo il fatto che se ne parli e che eventualmente anche in altri luoghi se ne parli, magari arricchendo la partecipazione degli esperti e raccogliendo il contributo degli altri poli milanesi.

Sotto gli appunti presi al volo:

Data: 16 Novembre 2011
Commissione congiunta commissione educazione con “sanità e politiche sociali ...”

Presidente Sanità - Tranquillino: Vogliamo ottenere dei risultati. Questa roba qui parte in sordina, noi per primi daremo sequito per conseguire obiettivi. Questo è l'inizio. Abbiamo intenzione di procedere … l'impostazione si sta rilevando molto differente dalla precedente.

Consigliere zona 2 Battaglia: comunicare che è in atto la registrazione della commissione a seguito della comunicazione del dott. Provolo che autorizza a tutti a registrare. Dovrebbe essere votato il tavolo di lavoro con la commissione scuola.

Condigliere zona 2: ordine dei lavori. Non è pervenuto il materiale della commissione di questa sera. Vogliamo capire come viene gestita la commissione.

Consigliere Sardone: ordine dei lavori dato che è presente mezzo polo scolastico ed ho condiviso con loro, considerato che la mozione... richiesta delle educatrici.

Presidente educazione: Questione materiale, avevamo chiesto i dati del sostegno. Numero bambini e certificazioni. Ho ricevuto solo un documento parziale. Con l'elenco del num di bambini presenti nei poli di zona, ma non ci sono dati credibili sugli insegnanti di sostegno. Ci sono state difficoltà perché al settore è stato risposto che questo tipo di dati spettano ad altri settore scuola centrale. Bisogna lavorare per avere molti elementi in più di chiarimenti.

Battaglia: invitati o convocati.
Presidente Sanità - Tranquillino: questa commissione è da considerarsi in corso d'opera.
Presidente: sono stati convocati.
Presidente Sanità - Tranquillino: vorrei capire da Spadavecchia qual'è lo stato dell'arte. L'attività di sostegno.
Spadavecchia: come diceva il presidente. Fino all'anno scorso come rappresentante del liceo artistico Caravaggio per i progetti da realizzare nella scuola. Ho iniziato presso la Scuola speciale Pezzotti. Poi ho sempre fatto sostegno. Ora in pensione. Quando sono state chiuse le scuole speciali e c'è stata l'integrazione, l'inserimento veniva fatto senza che i docenti fossero preparati. Col passare del tempo le cose sono migliorate. Attuazione di attività di sostegno notevole. Soprattutto nelle elementari. Nelle superiori anni fa non c'era l'esperienza che si era già nel tempo formata nelle elementari. I docenti curriculari dovrebbero essere più preparati a seguire i bimbi. Solo che in genere il curriculare si rivolge al sostegno per portare via dalla classe il bambino che ha bisogno di sostegno. Molto spesso vedere che il disabile viene volontariamente mandato fuori dalla classe non è una buona cosa. I docenti di sostegno hanno in genere una buona preparazione. I corsi di formazione in realtà danno una infarinatura di tutto, poi il docente sul campo ha grosse difficoltà. Manca la conoscenza pratica. Soprattutto per quanto riguarda la sordità, forse perché è una esperienza particolare. I sordi vogliono il riconoscimenti della lingua dei segni. Loro la vorrebbero come lingua materna. Se non c'è la capacità uditiva è ovvio che bisogna trovare l'alternativa: la vista. Ci sono documenti scientifici che certificano che la lingua dei segni è una lingua. E' stato inviato a tutti i parlamenti del mondo e l'unica dove non è stata riconosciuta è l'Italia. La storia dei sordi ha le radici in Italia. C'è bisogno che i docenti di sostegno …. Spesso umanamente i docenti pur non avendo una preparazione lo accettano perché è l'unica possibilità per entrare nel mondo del lavoro. DSA disturbi specifici di apprendimento: dislessia, disgrafia discofonia (?). C'è una legge approvata l'anno scorso che dà le linee guida: riconosce l'esistenza di un disturbo e dice ache che non c'è bisgno del sostegno. Questo obbligherebbe ancora di più i docenti curriculari ad occuparsi di sostegno. Nel caso di Caravaggio ho suggerito di usare la ns insegnante di sostegno per fare corsi di formazione per i docenti curriculari. C'è un sacco di attività. Prima si sapeva che erano moltissimi nelle elementari e medie le DSA nelle superiori non se ne parlava. I ragazzi e le famiglie non vogliono che si parli di DSA... Alle superiori non veniva presentata alcuna documentazione. E solo quando avevano delle difficoltà nelle materie veniva fatto presente la DSA. Aumentano sempre di più, perché dichiarate dopo. I dislessici hanno bisogno del computer, della calcolatrice che può essere finanziato.
Genitori: purtroppo ci siamo fatti carico di un compito che non ci compete. Abbiamo cercato di fare una statistica ma i dati sono parziali. Gli uffici hanno già i dati.
Consigliera Zona 2: Uonpia (?) non interviene più con i provveditorati.
Consigliera zona 2 Sardone: il rapporto prima era imposto ora è consigliato. 1 a 2 1 a 3 1 a 1. Se rimana una facoltà del comune non possiamo come consiglio di zona chiedere al comune di rispettare i rapporti.
Ottolini: Normativa di riferimento Delibera regionale del 4/8/2011 nr. 2185. “Determinazioni in ordine al processo di individuazione e accompagnamento dell'alunno con disabilità ai fini dell'integrazione scolastica.” http://www.angsalombardia.it/objects/dgr4ago2011_9-2185.pdf
La commissione collegiale determina solo la scansione temporale della “visita”. La struttura redige una diagnosi funzionale che viene consegnata alla scuola. “..., nonché con indicazione se trattasi di patologia stabilizzata o progressiva ...”.

Interventi di genitori, PO e altri consiglieri ….

La seduda viene sciolta intorno alle 20:30.

giovedì 3 novembre 2011

Progetto educativo maggio 2012: incontro per zona 2




Metto qui sotto gli appunti che ho preso all'incontro del 3 novembre 2011 (ieri ormai) che si è tenuto in viale zara 100.
Una novità: Mancini è stato sostituito da Carli.
Gli interventi erano già schedulati e sono intervenuti  le PO, le funzionarie e qualche educatrice. Ai genitori non è stato chiesto di intervenire ne' è stato dato modo di prenotarsi.

Gli appunti sotto possono contenere errori nella trascrizione e sui nomi riportati, spero di rendere un'idea fedele dell'incontro.

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Partecipanti:
Bordogna
Mantovani
Don Colmegna
Mancini sostituito da Carli
Mantovani
arriverà anche Guida
  • PO, funzionari educatrici e alcuni genitori.
Introduzione Bordogna
Maggio 12 è un pretesto per incontrarci per incominciare a parlare di pedagogia.
E' la voglia di recuperare il gusto e l'orgoglio di questo mestiere. I temi lanciati sono occasioni per riflettere. Grazie ai vostri suggerimenti per delineare i punti di forza …
Mettere a patrimonio di tutti i punti di riflessione. Incontrarci nelle zone per condividere per arrivare a tutto il territorio, alle educatrici. Serve stimolare il dibattito e fare in modo che voi possiate restituirci suggerimenti e integrazioni. Sul sito è disponibile un indirizzo e-mail potete inviare messaggi. Al fine di costruire insieme un manifesto pedagogico. Alla luce dei cambiamenti che sono avvenuti.

Opuscolo del 1989: linee psico-pedagogiche per i servizi all'infanzia. Intanto sono cambiate tante cose e anche l'organizzazione del tempo. Siamo usciti fuori dai palazzi per costruire insieme il percorso.
Vale il percorso non solo il traguardo. E' il primo momento di riflessione che si allarga.

Pagani Carla Polo 3 zona 2:
Via della giustizia.
Riunioni come team di polo alle quali hanno fatto seguito incontri di collegio.
Criticità: tempi molto ristretti.
Positività: voglia di partecipazione, con soddisfazione per qualcosa che da tempo si aspettava, Bisogno costante e ripensamento della quotidianità. L'evento riveste una grande importanza può essere occasione per migliorare spazi, qualità del tempo a scuola da qui esigenza di aggiornamento e formazione.
Rivedere forme di partecipazione con le famiglie: non solo riunioni di sezione. Continuità educativa in rapporto con la scuola primaria. Necessità confronto tra i vari operatori.
Numero insufficiente di DOA ausiliari etc... La scuola fa da cornice a tutto il resto. Nella zona 3 vi sono un alto numero di stranieri e di diversamente abili. Si tratta di sviluppare sensibilità adeguata per sviluppare azioni reciproche valorizzazione delle diversità. Identità di appartenenza, mediazione culturale che ora è a carico delle educatrici.
In San Mamete: interventi di promozione.
Famiglia protagonista: coinvolti nel progetto “genitori crescono”. Ascolto accoglienza e supporto.
Temi: paure dei bambini e saluto al pannolino. Oltre al tema dell'apprendimento. Disponibilità dell'incontro verso partecipazione attiva. Condivisione di aspetti e di obiettivi.
Il bambino e la città che lo circonda: ascolto, esigenza e rispetto dell'altro. Per una città di tutti e per tutti.
Sondaggio all'interno scuola giustizia: bambini hanno risposto: +verde … + spazio.
  • +Qualità della città e anche + qualità della scuola.
All'interno dei singoli contributi tratti comuni … coerenti significativi e validi scientificamente.
Anche se i temi sono i soliti e scontati penso che si debba partire proprio da questi temi. Come afferma Berry.... proprio quando non sappiamo dove andare inizia il nostro viaggio.

Daniela Bardelli UE 9 del polo 3:
concordo con tutte le riflessioni della sig.ra Pagani. Ho buttato delle suggestioni parlandone nei collegi e mi ha stupito vedere il grande entusiasmo. Voglia di ritornare a parlare e ad approfondire, ragionare, trovare nuove soluzioni, nuovi spunti di discussione. Soprattutto scuola di via Cisalpina dove ci sono 9 (13) etnie diverse. Il fatto che ci abbiate dato dignità e voglia di metterci in gioco, di dire la nostra e farci sentire protagonisti.
Leggerei le cose dei flash:
Il manisfesto è stato un occasione per fermarsi, respiro, l'allegria alla mente. Ci ha fatto tornare l'entusiasmo. In questi anni di stasi spesso abbiamo vissuto di rendita. Il mondo intorno si muove … richiede la nostra attiva partecipazione. Disponibilità fantasia e creatività. Diverse etnie canali espressive non solo verbali: arte, colori.
Tema dell'ascolto del bambino e da parte del bambino. Tempo per fermarsi guardare e fantasticare muovono verso la curiosità. Guardare i propri figlio e stupirsi dei propri figli.
Gli esperti urbanisti dovrebbero fermarsi e ripensare l'ambiente. Sfida per il bello: gara dei bambini per l'orto più bello. Il bello presente anche nelle piccole cose e soprattutto in periferia. Povero non significa necessariamente poco bello.

Marta Pugliese Polo3
Obiettivo educazione: creare possibilità di inventare e scoprire. I servizi educativi riferimento in società che cambia. Trovare linguaggio comune tra i soggetti che lavorano nei servizi educativi, rafforzati da corsi formativi non sporadici ma continuativi.

UE 7 Daniela Polo 3
Nuove tipologie di famiglia: culture diverse. Fondamentale coinvolgere le famiglie per cui il nido è il primo approccio sociale. Obiettivo comune crescita armonica dei nostri bambini. L'anno scorso genitori crescono ci ha offerto spunti che troviamo all'interno del manifesto pedagogico.
Questionario: paura e le regole.
Genitori possibilità di conoscersi meglio tra loro. Laboratori: iniziale difficoltà per coinvolgere le famiglie, poi si è rilevata un ottima occasione. Drammatizzazione della storia di cappuccetto rosso (?). Esigenza del patto di corresponsabilità. Regole educatrici e genitori hanno individuato regole comuni a cui attenersi, ne nascerà un libretto che i genitori uscenti regaleranno ai nuovi come un passaggio di testimone.

Vista l'esperienza e la positività si spera che l'esperienza si possa ripetere.

Polo 4
scuola (polo) multietnica. La scuola giocosa permette percorsi naturali perché è all'interno del parco trotter. L'iniziativa maggio 12 è stata presentata alle educatrici suscitando entusiasmo.

Educatrice collegio scuola Giacosa
Necessità di ripensare le linee educative, la centralità del bambino che vive una realtà molto complessa, multiculturale. Parallela ad una serie di fenomeni della società attuale.
E' importante prevedere dei momenti di ascolto del bambino e il coinvolgimento delle famiglie. Che richiede una sorta di assunzione di responsabilità del modo che si ha di essere con il bambino.
Frutto di una riflessione “apertura al privato” per i servizi all'infanzia. In cosa consiste quest'apertura al privato. In che modo si può garantire …. i soggetti che entrano a cooperare con la scuola.
Punto 5: bambino in contesto complesso, la città in cui vive: lavorare sui bambini comunque proprio perché la sfida è quella di lavorare con un bambino con il proprio bagaglio culturale di provenienza riconosciuto e condiviso.
Punto 10: professionalità educativa, pensare a nuovi modelli di educazione: le reti di lavoro con cui le scuole potrebbero collaborare. Anche delle tecnologie. Le nuove tecnologie potrebbero essere un modo di condividere e allargare. E' possibile dal momento che per molti educatori l'utilizzo di strumenti informatici non è ancora diffuso e allargato.

Educatrice Lina Bruscolini: tempo famiglia giacosa
Promotrice Mantovani nel 85-86 in cui venivano presi gli elementi elaborati nel manifesto pedagogico. Anticipasse l'ingresso del bambino a scuola. I genitori all'interno come coppia dove propongono il loro modello famigliare confrontato con le operatrici che operano nel servizio.
Servizi che in questi ultimi anni sono stati lasciati da soli. Sostenuti e valorizzati apportando anche modifiche e miglioramenti. Anche perché sono servizi all'interno delle zone accogliendo modifiche ed evoluzioni all'interno della società. Vi è anche l'occasione di avere un confronto con i genitori stranieri.
Vorrei la possibilità di questi incontri e di questi percorsi dia la possibilità ai servizi che già operano sul territorio di rafforzarsi ed essere sostenuti da voi.

Polo 5 Maria Luisa ….. ue 13
Scuola dell'infanzia 6 sezioni con 1 primavera 2 nidi (79 bambini). Dopo l'incontro allargato ho convocato le educatrici ed esposto il progetto maggio 12. E ci siamo interrogati e analizzati alcuni punti. La scelta come primo impatto: le esperienze. I 3 collegi hanno preparato un documento.
2 argomenti:
Uno legato ai nidi: mi sono resa conto che sono sempre molte le famiglie che vogliono iscrivere. Molti al momento dell'inserimento chiedono subito al tempo prolungato per paura della precarietà. Molte famiglie ci chiedono tempi più lunghi. Si perde la centralità del bambino. Il breve tempo di inserimento non ci dà tempo per conoscere e approfondire. Oltre ai problemi logistici anche per le assenze delle DOA. Padova e Venini supera l'80% di bimbi stranieri. L'aumento è stato graduale e ha dato alle educatrici tempo per adattarsi. 16 etnie. Ci sono gruppi + aperti, altri +chiusi. Altra situazione: è complicato pianificare dei progetti. Non possiamo puntare molto in alto, vi sono bambini con problemi con la lingua italiana.

Sezione primavera: la realtà è al 4° anno, le educatrici accolgono positivamente il passaggio. C'è un piccolo problema: mi sono trovata al momento concreto la domanda “ma ci sono tanti stranieri”. Dobbiamo lavorare sulla cultura dell'accoglienza. Non abbiamo nessun problema con gli stranieri. Il personale educativo è abituato. Ha trovato delle linee per andare avanti e convivere bene. Vogliamo che anche dall'esterno, lo straniero, non fosse vissuto come un disagio.

Educatrice Renza Vigato
Argomento famiglia protagonista: 75% famiglie straniere. Confrontarsi e riflettere con le famiglie. Spesso di fronte a famiglie diverse ed allargate. Progetti di vita lunghi o brevi. Diversi ruoli sociali e di genere appresi nei paesi di origine. A scuola accogliamo interi mondi: lingue e tradizioni. Non possiamo avere più una visione rigida della famiglia. Accogliere e comprendere. Fragilità dovuta all''incertezza dei ruoli al loro interno. Il rapporto con le famiglie non deve essere improvvisato ma costruito giorno per giorno. Dialogo: scuola famiglia territorio.
Fondamentale importanza mediatore linguistico culturale: circolare ministeriale.
Rapporti autentici con le famiglie. Forte assunzione di responsabilità da entrambe le parti.
Si tratta di riconoscere l'importanza di confrontare e intrecciare competenze genitoriali.

Ivana Cazzaniga UE13
Il nido ha tanto pensato, si credeva poco il tempo e abbiamo tanto cambiato. Ci sembra attuale la conoscenza contro il pregiudizio e la paura. Il nido per il quartiere Padova è una risorsa. E' un luogo di incontro. Giorno dopo giorno i genitori tessono una rete di scambio, amicizia e aiuto. Oggi è trasversale non solo per le famiglie straniere. All'interno del nido abbiamo costruito un laboratorio di giochi dove i genitori possono collaborare. Oggi capita che una mamma appena arrivata in Italia, già conosce delle educatrici tramite passaparola. Il problema della cura: un bambino ben curato sarà un bambino in grado di prendersi cura.

Laura Zanetti Polo 5 Nido Venini
Ci ha maggiormente colpito il tema dell'ascolto, del coinvolgimento. I servizi per l'infanzia sono beni per tutti. Non solo il bambino viene accolto ma tutta la costellazione famigliare. E' fondamentale costruire rapporti autentici con le famiglie. Fiducia.
Per il genitore e bambino può essere una fatica passare da casa al nido. Per il bambino uscita e rientro a casa sono azioni subite. Osservando le famiglie di oggi ci siamo resi conto che esiste una immagine di famiglia e il mondo del lavoro. Spesso i genitori tendono a delegare alle baby-sitter. Noi le accogliamo cercando di trovare momento di scambio e condivisione.

PO Calvi Polo 23
La scuola Muzio non ha funzionaria.
Il manifesto molto incisivo. Famiglie di Milano aumento del bisogno sociale. Oltre i bisogni dei bambini, individuare le esigenze dei bambini. Oggi non hanno solo una fonte di apprendimento, apprendono anche con i genitori in vari ambienti. A scuola: confronto tra i pari. Apprendimenti hanno significati se si possono collegare. 2 Aspetti che mi hanno colpito: inclusione molto forte delle famiglie. La ….. degli educatori. I quali hanno i loro bisogni: aumentare capacità osservativa. Strumento continuo quotidiano su come intervenire. Devono approfondire le competenze. Quella curiosità che hanno i bambini. C'è bisogno di adultità: le proprie ansie. Formazione permanente. Quando vogliamo sostenere le figure educative.... le educatrici devono . Inclusione delle famiglie: verbali delle multisezioni. Contenuti di sezione: le maestre fanno tante cose. A volte manca il “come fare”. Metodologia con i genitori.

Palmieri Ivana
Punti di riflessione sulla professionalità degli educatori. Cosa promuove la professionalità degli educatori. Nasce dall'approfondimento, dal confronto e dalla definizione del proprio ruolo. Negli ultimi 20-30 anni trasformazione famiglia e nucleo famigliare. Risposto con una certa competenza alle esigenze delle famiglie. Apprendimento, socializzazione, relazione. L'importanza dello stimolo culturale verso il bambino. Maturato aspetti di valutazioni. Non si può più lavorare nella fascia 0-6 anni mette al centro il bambino che ha una storia, ha un prima e un dopo. La competenza dell'educatore risiede tra il sapere e il fare, saperlo condividere e comunicare. Per l'educatore essere di sostegno per il bambino e la famiglia ma fermarsi ad un certo punto. Capacità di comunicare tra adulti e colleghi.
All'interno della continuità educativa.... c'è l'educatrice.

Educatrice Nido Pallanza
Mi hanno chiesto di parlare della mia professionalità. I bambini della primavera sono tutti grandi...
Il piacere di attendere il ritmo di ciascun bambino. La sezione primavera ha un po' più di serenità.
Posso andare a trovare i bambini del nido. La primavera di via Pallanza avendo solo 20 unità è molto più gestibile. La scelta della primavera da parte dei genitori è stata pedagogica. In tre anni ho potuto fare 3 corsi di formazione. L'esperienza della primavera richiede una elasticità mentale particolare.

Daniela Pagani Infanzia Via Fortis Polo 23
Scuola senza funzionaria. La fatica che viviamo giornalmente non ci deve scoraggiare. Non abbiamo avuto la possibilità all'interno del collegio quindi porto il mio piccolo contributo.
Il tema dell'ascolto è prioritario. Se le famiglie possono essere ascoltate possono partecipare meglio. In questo momento il desiderio di partecipazione attiva non può essere lasciato indietro. Lavoriamo un po' tutti perché venga favorita la partecipazione attiva delle famiglie.

Cristiana Piloni nido 3 zona 2 Cooperativa Eureka
2 anni di gestione del servizio sono emerse varie criticità. Teniamo tantissimo a sottolineare l'importanza che ha il bambino. Che ha esigenze sempre diverse. Le difficoltà ci sono e sono tante ma è tanta anche la volontà di superarli. Le educatrici dei nostri nidi sono giovani. Per noi la conciliazione dei tempi nidi e famiglie è importantissimo. E i tempi possono cambiare nell'arco di 1 anno. Bisogna pensare anche come portare avanti la continuità con l'esigenza di cambio dei tempi. Molte volte i genitori stessi ci aiutano anche nella mediazione linguistica tra loro. E' importante anche formare il personale educativo e di coordinamento. Ci confrontiamo tutti i giorni con questi cambiamenti.

Mantovani.
2 parole: anche i bambini imparano ascoltare.
Stimolare culturalmente i bambini.
Nuove forme di partecipazione per le culture diverse.
Don Colmegna
Soprattutto guardando la scelta di arrivare a maggio è un patrimonio per la città. Un patrimonio di carattere educativo che è parte della città. E' un elemento straordinario, è un impegno che ci prendiamo un po' tutti. Il cammino da fare è individuare dove sono le criticità.
Finzi
Colpita dalla quantità di esperienze che sono state fatte, per forza. La realtà ha imposto delle modifiche. Esempio l'accoglienza delle famiglie straniere vanno in mille rivoli. Ognuno si è dovuto inventare qualcosa da solo. Una materia che cresce. La bravura delle educatrici deve essere condivisa. Il luogo dove il dibattito possa essere condiviso.
Guida
Il 3° incontro di zona e mi convinco sempre di più che quando ho chiesto aiuto al gruppo degli esperti, il gruppo ha proposto un confronto e mi conferma che è stata la scelta giusta. Ho avuto l'incarico del sindaco di occuparmi dell'educazione. Avevo un ricordo bellissimo del comune di Milano ho trovato tanti problemi, me ne sono resa conto dopo 1 mese. Il patto di stabilità ci impediva di fare delle cose concrete. Sorpresa anche trovare il comune in bancarotta come la nazione. Partendo dal fatto che abbiamo risorse incredibili: famiglie funzionari che lavorano. Perché non creare un patrimonio condiviso per affrontare questi anni. In questi incontri sto scoprendo una narrazione spettacolare della città. Mentre la città cambia in maniera vertiginosa, meno male che è stato mantenuta il patrimonio della professionalità di educatori e funzionari. Il nuovo manifesto itinerante sarà una narrazione collettiva. Le scelte amministrative si faranno, ci si scontrerà. Credo che se si valorizza quello che è stato detto stasera … come si fa ad essere agenti di cambiamento in un momento in cui abbiamo sempre più bisogno di cittadinanza attiva. Fa piacere che vengano narrate anche la parte dei nidi accreditati visto il cambiamento. Dobbiamo capire quali sono le soglie di attenzione sotto cui non andare.


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